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Sito ufficiale dell'Allevamento Il Poggio

 

 

Le malattie più comuni delle pecore

 

Informazioni generali su malattie, vaccinazioni e controlli sanitari

 

Le vaccinazioni ed i controlli sanitari sono una parte importante nell'allevamento delle pecore. Un serio programma di controlli sanitari evita parecchi problemi all'allevatore ed induce ad un benessere degli animali che si ripercuote in maniera positiva sulla produzione. Le malattie a cui le pecore possono andare incontro sono tante e di seguito verranno indicate le più importanti e conosciute. Per una corretta ed incisiva prevenzione di alcune malattie è opportuno fare sempre le vaccinazioni per la Clostridiosi, un trattamento contro i vermi interni ed un trattamento per i parassiti esterni, tutto questo due volte all'anno nei cambi di stagione. Inoltre ,almeno due volte all'anno, lavare e sterilizzare gli ambienti dove gli animali si radunano ( stalle, tettoie , ripari di fortuna, ecc. comprese le pareti fino ad altezza animale ) per esempio con Creolina aggiunta in ragione del 3% ad acqua. Almeno una volta al mese cospargere di calce gli stessi ambienti, più i corridoi percorsi dagli animali per raggiungere i ripari e le zone esterne ai ripari in un raggio di circa 5-10 metri.

 

Trattamenti sanitari da effettuare nei cambi di stagione ...


 

Emergenze zootecniche in Italia ...

Notificazione delle malattie all' OIE ...

 

Principali malattie delle pecore.

 

Afta Epizootica.

 

E' una delle malattie più devastanti per un allevatore e crea perdite di bestiame e costi notevoli nella gestione. L’afta epizootica è una malattia altamente infettiva causata da un virus. Ci sono sette tipi principali del virus e per ciascun tipo vi è un certo numero di differenti sottotipi. L’infezione si contagia tramite inalazione o attraverso la bocca. Il periodo di incubazione è usualmente di 2 – 7 giorni, ma può trascorrere un periodo di tempo più lungo prima che la malattia venga riconosciuta.
Il virus è facilmente trasferibile e può infettare vaste aree in solo qualche giorno se non vengono prese serie precauzioni. Le cause di diffusione sono gli stessi animali infetti, il vento, altri animali che possono non essere infetti ma che possono trasportare la malattia e i movimenti meccanici del virus anche attraverso i trasporti, l’abbigliamento contaminato o le scarpe.
L’afta tende ad essere una malattia invernale, il che è dovuto al fatto che non è così virulenta in condizioni temperate. Il virus è facilmente ucciso attraverso disinfettanti o condizioni mediamente acide. Uccide il virus anche la luce del sole. Nelle pecore la malattia assomiglia a quella dei bovini, sono abbastanza frequenti però le forme asintomatiche, in cui la viremia è l’unico parametro obiettivabile della infezione virale. Le lesioni orali sono rare nella pecora, più frequenti nella capra; il loro decorso è molto rapido; appaiono spesso come aree erosive anziché vescicole. Segni di zoppia ( da non confondersi con la Zoppina , vedere di seguito ) sono frequenti nei greggi di pecore infette. Le lesioni podali più frequentemente interessano il cercine coronario. La morte improvvisa in assenza di lesioni vescicolari o di altri segni clinici si verifica spesso sia negli agnelli che nei capretti ed in questi casi sono presenti le lesioni miocardiche.

 

La zoppina o zoppia o pedina o pedaina.

 

La zoppina ( da non confondersi con L' Afta epizootica )è una malattia dei piedi degli ovini causata da batteri. Le lesioni sono inizialmente localizzate nello spazio interdigitale (spazio tra i due unghielli), ma possono estendersi alla base dell'unghiello e alla parte cornea, causando il distacco parziale o totale dell'unghia. La zoppina è causata dai batteri . Si tratta di microbi che si sviluppano molto bene in assenza di ossigeno. Un'insufficiente cura degli unghielli favorisce la proliferazione di questi batteri e l'insorgenza della malattia.
I batteri possono sopravvivere e rimanere attivi nel terreno, specialmente se umido, per parecchi mesi.
Il sintomo più evidente è la zoppia. L'esame dell'unghiello mostra nello stato iniziale della malattia una infiammazione della cute tra gli unghielli (cute di colore rosso).
Nei casi più avanzati può esserci necrosi della pelle e distacco dell'unghiello, parziale o completo.
Controlli regolari e pulizia degli unghielli permettono di individuare animali colpiti dalla malattia prima che le lesioni siano estese, quindi prima che si presenti zoppia.
Prima di introdurre nuovi animali in un gregge è opportuno controllare gli unghielli e se del caso eseguire un trattamento preventivo/curativo.

 

CURA.
Pulizia degli unghielli e pareggio
-pulire e controllare gli unghielli di tutti gli ovini
-pareggiare gli unghielli all'esterno della stalla e del recinto, asportando l'eventuale tessuto necrotico e avendo cura di non incidere il tessuto sano
-tutte le parti parietali incavate e/o staccate sono da asportare; in caso di zoppina tutto il tessuto corneo alterato è da eliminare
-applicare un bendaggio solo se strettamente necessario e solo per uno o due giorni. Infatti questi batteri proliferano al meglio in assenza di ossigeno
-raccogliere ed eliminare il materiale corneo reciso (fonte di infezione)
-pulire e disinfettare gli utensili dopo aver trattato un animale malato
Spiegazioni per la cura degli unghielli ...

 

Bagno degli unghielli con disinfettante

-Per il trattamento si usa una sostanza in grado di eliminare questi batteri all'interno delle lesioni. Un prodotto molto efficace è la formalina, da usare in una concentrazione del 4% (formalina 40% diluita 10 volte, quindi 1L formalina e 9L di acqua). Viene utilizzata anche una soluzione di acqua e rame in scaglie.
-trattare prima le pecore sane, poi quelle eventualmente malate
-il trattamento senza un'accurata pulizia dei piedi non serve a nulla
-pulire e, se necessario, pareggiare gli unghielli
-usare una prima vasca contenente solo acqua per lavare gli unghielli
-utilizzare una seconda vasca contenente la soluzione di formalina al 4% per il trattamento; installare delle pareti laterali per convogliare gli animali lungo

  le due vasche
-controllare che tutti gli unghielli entrino in contatto con la soluzione. Il bagno deve dovrebbe avere una durata di 5-10 minuti; questo è importante

  soprattutto per gli animali malati
-dopo il bagno è necessario lasciare gli animali per circa un'ora su di una superficie asciutta
-la pulizia degli unghielli e il bagno devono essere eseguiti più volte per ottenere un buon risultato

 

La lingua blu o Blue Tongue ( BT )


La Lingua blu, febbre catarrale degli ovini, piu' comunemente conosciuta come Blue tongue (BT), e' una malattia infettiva dei ruminanti trasmessa dall'insetto Culicoides imicola. Questo insetto succhia il sangue da un capo e lo trasmette all'altro.In alcuni casi i ruminanti possono fungere da conservatore del virus senza tuttavia mostrare sintomi. Gli animali infettati avranno febbre molto alta sino a 42° C per un periodo di una settimana. Il morbo colpisce l'apparato boccale con incapacità quindi di nutrirsi e conseguente calo di peso dell'animale. Quindi inappetenza e depressione. La zona della bocca e le zone vicine presenteranno delle erosioni dell'area boccale e delle gengive con colore cianotico in un secondo momento.

Attualmente esiste una emergenza molto seria per questa malattia in tutta Europa , tanto che la Comunità Europea a emanato un regolamento specifico per questa emergenza che viene aggiornato in continuazione, secondo l'evolversi della malattia.

Regolamento Europeo 1266/2007 ...
Sistema informativo della Blue Tongue in Italia ...

Sistema informativo della Blue Tongue in Europa ...
 

Scrapie.


La scrapie è una encefalopatia spongiforme trasmissibile (EST) che colpisce pecore e capre. In alcuni paesi la scrapie costituisce una rilevante causa di mortalità nelle pecore, tuttavia l’aumentata notorietà ed attenzione nei confronti di questa malattia è soprattutto una conseguenza della comparsa della BSE e della dimostrazione della sua trasmissione all’uomo. Nel caso della scrapie, tuttavia, non esiste alcuna evidenza di rischio per l’uomo. La scrapie mostra più di altre EST i caratteri di malattia infettiva. Sebbene le vie di trasmissione non siano del tutto conosciute, è noto che l’agente della scrapie può persistere per anni nell’ambiente contaminato e si sospetta che le placente di pecore infette che partoriscono sui pascoli possano rappresentare una significativa fonte di infezione per le altre pecore. Il periodo di incubazione della scrapie è, come in tutte le EST, molto lungo e variabile – a seconda del corredo genetico della pecora infetta – tra i 2 ed i 6 anni. L’esordio della malattia è subdolo ed i sintomi sono poco specifici. Gli animali mostrano modificazioni comportamentali che possono comprendere in diversa misura: aggressività, nervosismo e paura, depressione. Un sintomo caratteristico della scrapie, anche se non costantemente presente, è il grattamento. Proprio dal verbo inglese “to scrape”, che significa “grattare”, ha origine il nome della malattia. Gli animali tendono a strofinare insistentemente il corpo e la testa contro ostacoli fissi quali steccati ed altre strutture dell’allevamento, fino a procurarsi lesioni cutanee e perdita del vello. Compaiono poi i disturbi della deambulazione caratterizzati da incoordinazione motoria, progressiva incapacità a mantenere la stazione quadrupedale. Gli animali colpiti giungono infine a morte, spesso in condizioni di generale deperimento organico. La genetica svolge un ruolo rilevante nell’eziopatogenesi della scrapie ovina. E’ stato infatti ben dimostrato che il gene che codifica per la proteina prionica (PrP) influenza la suscettibilità degli ovini alla scrapie. Esistono alcune varianti di tale gene che predispongono gli animali alla malattia, ma anche un particolare assetto genetico in grado di determinare una resistenza estremamente elevata alla scrapie.

Proprio sulla base di tali evidenze scientifiche, l’Unione Europea ha recentemente impostato i programmi di lotta nei confronti della scrapie. In particolare, verrà a breve avviato un ambizioso programma di selezione genetica del patrimonio ovino dell’UE mirato ad ottenere popolazioni geneticamente resistenti alla malattia.

La Regione Toscana ha messo in piedi un progetto di selezione genetica. Attualmente il progetto si basa sulla selezione della linea maschile. Le classi degli arieti:


1. ARR/ARR - resistenza scrapie elevata
2. ARR/AHQ o ARH o ARQ - resistenza media
3. Altri genotipi privi di allele ARR - resistenza bassa
4. Presenza di almeno un allele VRQ - resistenza minima
 

Visna-Maedi.

 

Complesso di malattie virali che colpisce le pecore. Nella maggior parte dei casi gli organi colpiti sono i polmoni (Maedi). Tuttavia esiste anche una forma nervosa che colpisce il sistema nervoso centrale (Visna).

 

Brucellosi.


La Brucellosi Ovi-caprina è una malattia batterica, sostenuta da Brucella melitensis. Molti mammiferi sono sensibili alla malattia, ma il germe riconosce nella pecora e nella capra i suoi ospiti principali, nei quali causa aborto. E' una zoonosi, è cioè una malattia trasmissibile anche all'uomo, direttamente attraverso lo stretto contatto con animali infetti, immediatamente dopo il parto o l'aborto e indirettamente attraverso il consumo di latte crudo (non pastorizzato) e dei suoi derivati (latticini freschi o a breve stagionatura). E' oggetto di un piano nazionale di eradicazione dal 1992.
 

Intossicazione da rame.


La sensibilità della specie ovina all'eccesso di rame nella dieta è ben nota da tempo ed è di entità tale da giustificare il "terrore" da parte di quanti hanno pratica di allevamento e di patologia degli ovini per le conseguenze di un apporto anche modesto di questo metallo, facilmente causa di un vero e proprio avvelenamento da rame. In effetti, la dose tossica acuta di rame per unità di p.v. ( peso vivo ) negli ovini è circa un decimo di quella nota per i grandi ruminanti ed è fissata fra 20 e 100 mg/kg p.v., mentre l'intossicazione cronica,ancora negli ovini, può verificarsi già con assunzione giornaliera di rame pari a 0,5 mg/kg p.v. Si tratta di quantitativi assai bassi, soprattutto se si considera che per questi animali esiste un apporto di rame del tutto inevitabile, ossia quello che deriva dall'assunzione di foraggi tradizionali (fieno, cereali, ecc.) che ne contengono quote variabili in relazione alla composizione chimica dei terreni sui quali sono raccolti, dell'acqua di abbeverata, dei pascoli, ecc. La tossicità del rame è influenzata, inoltre, dal rapporto fra concentrazione di questo metallo con quella del molibdeno o dello zolfo, elementi che interferiscono con l'assorbimento e la ritenzione epatica del rame stesso. La peculiare sensibilità degli ovini all'eccesso di rame nella razione è ben nota agli operatori zootecnico-veterinari specializzati in questa specie animale, ma lo è molto meno fra quanti svolgono saltuariamente la loro attività nel settore ovicaprino ovvero operano in diversi tipi di attività zootecnica, fra i quali, occasionalmente, si trovano anche gli ovini. Del resto, la maggioranza degli allevamenti ovini è concentrata in aree relativamente ristrette del nostro Paese (Toscana, Puglia, Grandi Isole), ma insediamenti zootecnici di apprezzabile consistenza sono presenti (e altri ne stanno sorgendo!) in altre zone d'Italia, spesso "in coabitazione" o in sostituzione di preesistenti allevamenti di bovini, suini, ecc.
In questa situazione è facile che, anche da parte di tecnici o addirittura di veterinari con scarsa esperienza "specie-specifica", gli ovini vengano considerati sotto il profilo nutrizionale, terapeutico, ecc. come dei «piccoli bovini», cui si applicano, esclusivamente in proporzione al peso vivo, le stesse sostanze e con le medesime finalità previste per i grandi ruminanti.
E' il caso dell'integrazione rameica che, applicata con successo nell'alimentazione della vacca da latte, può scatenare negli ovini gravi eventi tossici se usata in dosi ridotte in base al solo parametro del peso corporeo rispetto a quelle applicate ai bovini. Risulta largamente provata la possibilità di insorgenza di avvelenamento da rame per effetto di una integrazione minerale con prodotti del commercio formulati per i bovini da latte e maiali; l'avvelenamento da rame suddetto deve essere attribuito senza consistenti elementi di dubbio alla somministrazione protratta di un integratore minerale, da usare esclusivamente nei bovini, in quanto contenente quantità di rame suscettibili di provocare fatti da intossicazione cuprica negli ovini;
il rischio di insorgenza di questo tipo di avvelenamento è tanto più consistente nelle zone in cui l'allevamento ovino deve convivere con quello, dominante, dei bovini e, soprattutto, dove la competenza zootecnico-veterinaria sugli ovini è conseguentemente ed inevitabilmente modesta.
 

Gonfiamento della pancia o Bloat.


Il Bloat accade quando troppo gas è prodotto nel rumine. Il fianco di sinistra è dilatato e respirare diventa difficile. Ciò può accadere improvvisamente, particolarmente quando l'animale sta mangiando sul pascolo bagnato di mattina. Può causare la morte improvvisa( molto repentina, in una ora ). Lo stomaco dei ruminanti produce molto gas, normalmente l'animale espelle il gas una volta ogni minuto. Quando però non riesce ad espellere questo gas il rumine si gonfia a dismisura e comprime i polmoni creando una notevole difficoltà nella respirazione. Il Bloat può comparire la mattina quando l'erba è bagnata o coperta dalla brina. Alcune piante come per esempio l'erba medica , il trifoglio ed il ginestrino sono particolarmente indicate per causare il Bloat ma tutte le piante a crescita rapida lo possono causare. Il rimedio è quello, se ll'animale è nelle prime fasi del Bloat, di fargli bere ( forzatamente con un tubo inserito nella gola) del bicarbonato di sodio mescolato ad acqua; se invece l'animale è agonizzante o quasi agonizzante, praticare un foro con un punteruolo o con un coltello molto affilato nel fianco sinistro ,dove si nota un grosso rigonfiamento ,con decisione ed in profondità ,una esistazione porterà alla morte dell'animale.

 

 
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